Tradizione nordica,  Volva

Il legame della Vǫlva con Hel e la morte

Non è difficile comprendere il legame della Vǫlva col regno dei morti e quindi con l’atto necromantico, tuttavia occorre prestare una certa attenzione agli scritti, poiché la poesia scaldica utilizza una forma complessa che “distrae” il lettore volutamente.
Vediamo dunque alcuni passi dall’Edda Poetica.

Nell’ultimo verso della Vǫluspá è scritto:

Ora lei si inabissa.

Questa chiusura lascia intendere che essa sia stata richiamata da un altro luogo e, in linea con gli altri componimenti, risulta difficile associare il termine “inabissa” all’acqua, quanto più alla terra, all’Helheimr. Dobbiamo sempre rammentare come Óðinn apprenda le arti magiche da Freyja e da Hel stessa, seguendo quindi il medesimo percorso delle Vǫlur.

Nel “Baldrs Draumar” osserviamo le seguenti stanze:

2. Si alzò Óðinn,
gautr dell’umanità,
e mise la sella
a Sleipnir.
Cavalcò giù
fino a Niflhel
e incontrò il cane,
che veniva da Hel.

3. Era macchiato di sangue
davanti sul petto
e al padre degli incantesimi
abbaiò a lungo.
Continuò a cavalcare Óðinn,
il solido suolo rimbombava;
e all’alta dimora
di Hel arrivò.

4. Allora cavalcò Óðinn
verso la porta orientale
dove sapeva che era
sepolta una veggente.
Per la strega
intonò l’incantesimo,
finché ella costretta, risorse.
Subito parlò la morta:

Qui troviamo di nuovo Óðinn che per parlare con la Vǫlva discende nel regno dei morti fino alla “porta orientale” di Hel, precisazione da non sottovalutare, dove canta il galdr per evocarla. Questi sono tutti elementi che ritroviamo nell’Arte stregonica del Nord, Arte necromantica, nella quale la Strega replica questo percorso passo dopo passo.

Guardiamo ora il Gróagaldr nello “Svipdagsmál”:

1. Disse il figlio:
“Svégliati, Gróa!
svégliati, brava donna!
io ti invoco innanzi alla porta dei morti.
Se ti ricordi,
hai esortato tuo figlio a venire
al tumulo vicino alla tua tomba”.

Qui ritroviamo il tumulo come punto di connessione sopra cui viene compiuta l’evocazione da parte di Svipdagr, che chiede aiuto alla madre come lei stessa gli aveva insegnato. Oltre al tumulo viene nuovamente menzionata la “porta dei mondi”, dunque ricompare la porta come elemento fondamentale. Infatti la Strega nel suo atto necromantico evocativo riproduce il luogo (tumulo) e utilizza la corretta “chiave” per procedere nell’opera.
Nel Gróagaldr seguono i galdrar di Gróa che però non vi illustrerò, ma che potete trovare egregiamente studiati in “Kindirúnar” di Laugrith Heid, edito da Collana Il Bosco di Chiatri – Anaelsas Edizioni.

Sigríðr Úlfhildr Bálsdóttir

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